Tranquilli, Sono Vivo: settembre 2006

venerdì, settembre 29, 2006

L'Acidosi Metabolica Scompensata di Humbert




Avrei potuto lasciare qualche post in più nella settimana scorsa, ma sarebbero stati tutti quanti simili a:


"Oggi ho studiato molto, per il resto niente di che."

Oggi, invece, ho passato l'intero pomeriggio a fare praticamente niente. Ho guardato un paio di puntate di Scrubs, ho suonato un po' (non so se ci fosse più ruggine sulle corde della chitarra o sulle mie dita) e mi sono aggirato per casa guardando le cose da farsi. Lasciandole da farsi, ovviamente. Potrebbe sembrare un noioso pomeriggio pavese, invece, dopo una settimana passata a studiare gli effetti delle ustioni gravi sulla concentrazione del potassio nel sangue, per me è stata una gita al luna park. Qualche piccola novità: abbiamo due o tre concerti in vista, uno alla cooperativa Portalupi a Sforzesca (locale in cui fra l'altro suonammo la prima volta in assoluto), uno a Parma in un locale chiamato Veronika (aggressivo) e l'ultimo a casa OrtoSonico insieme agli Hogwash.

Qui in casa stiamo sistemando lentamente le cose, una per volta, senza fretta. Mio fratello è già perfettamente entrato nel clima universitario e Nicola gira per casa con lo sguardo perso. Io inizio a vivere sostanzialmente da oggi, non vedo l'ora di godermi questo weekend di riposo. L'esame era tremendo, quando mi sono iscritto a medicina avrei pensato a tutto, tranne che avrei dovuto studiare cose simili. Rischi del mestiere. Tuttavia spero non diventeranno rischi del mio mestiere, o che siano rischi marginali, visto che vorrei curare i matti e non gli ipertesi per fumo, alcol e obesità (per quanto mi rendo conto che ci sia gente pronta a fare le scarpe al prossimo per un futuro del genere). Stamattina sono arrivato nell'aula d'esame con 3 ore di sonno alle spalle e mi sono stupito come a qualsiasi esame, a qualsiasi ora del giorno, ci sia sempre il solito gruppo di donzelle occhialute e semi-isteriche che ripetono convulsamente tutto il programma nei dieci minuti precedenti l'esame.

Vado a mangiare qualcosa, poi finalmente potrò andare a suonare con la mia zucca finalmente vuota.









[ the radio plays: Tara Jane O'neil - A Sparrow Song (In Circles, 2006)

domenica, settembre 17, 2006

#1: Hendry Contro Wilkinson




La palla rossa nella buca d’angolo.
La stecca si muove veloce,
si appoggia alle dita,
colpisce la palla.

La palla rossa è nella buca d’angolo.

Caro vecchio Hendry, ti hanno detto tante cose, eppure l’hai infilata quella palla. Ti hanno detto che lei si è dimenticata il tuo nome e tu ci hai creduto. Poi ti hanno detto che ha chiuso gli occhi, accecata da una visione splendente, più bella di te. La palla rossa è rotolata lentamente passando in mezzo alla rosa e alla gialla. Il biliardo è stupido, stupido abbastanza da permetterti di pensare, vecchio Hendry. Ma devi mantenere la concentrazione, perché ad un tratto le palle possono diventare fiori. Il panno verde, il prato. La stecca, la solita schifosa sigaretta.
E Wilkinson?
Wilkinson diventa lei in persona e lo sai, contro lei non puoi vincere.

Tocca alla gialla, un tiro difficile. Le avevi chiesto di perdonarti e lei non ha aperto bocca, neanche una mossa. Risposta scontata, eppure hai abbozzato un sorriso, proprio come ora. Pensavi che, comunque, avrebbe potuto cambiare idea. Per questo ora giochi a biliardo, amico Hendry, perché fortunatamente le palle, a meno che tu non voglia, non tornano mai indietro. Certo, possono andare storte, ma quella è la legge del caso. Oppure un semplice riflesso della tua imprecisione.

La gialla, nettamente laterale, rimpalla due volte e si ferma vicino alla blu. Brutto tiro. Pessimo, anzi, se si considera un professionista come te. La giostra passa in mano a Wilkinson. Rilassati, fratello Hendry, per un poco potrai non pensare a nulla.

( … )

Wilkinson, dopo aver osservato la scena senza troppa partecipazione, si alza nel momento in cui Hendry si siede. Guarda il tavolo, traccia rapidamente le linee che la palla deve disegnare, una ragnatela immaginaria e tragicamente perfetta. Posa il gesso sulla punta della stecca, poi lo lascia cadere per terra. E’ una furia, Wilkinson. Non hai il tempo di pensare per quale palla sia il turno di essere eliminata, che quella è già rotolata in buca senza troppa gloria.
Gialla. Uno. Blu. Due. Cinque, Sette. Fino alla nera.
E per tutto il tempo, Wilkinson scrive l’immaginario poemetto della propria vittoria, accompagnato da squilli di trombe e nuvole di cocaina. Finiva ogni cosa nel momento esatto in cui pensava di iniziarla. Tranne una, forse, ma non la ricordava più.

(...)

All’età di quindici anni, Wilkinson torturava spesso gli animali. Un giorno capitò, mentre faceva la posta a un gatto randagio per poterlo finalmente avere fra le mani, che un signore anziano lo fermasse e gli chiedesse:

- Perché fai del male a quelle povere bestie?

Lui, non molto sorpreso dalla domanda, tentennò comunque.

Poi
rispose:

- Io ho il potere più grande. Sono loro a soffrire al posto mio. Ho la possibilità di decidere.
- E se fosse qualcuno a decidere per te?
- In un certo senso succede ogni giorno. Se sono il primo a subire questo trattamento, non mi resta che accettarlo e assumerlo come regola.

Il vecchietto, con in viso l’ombra che quelle parole gli avevano presentato, pensò bene e poi disse:

- Sai bene che così non finirà mai.

Wilkinson lo sapeva, ma non rispose. Si limitò a fare un cenno con le spalle, come seccato. E se ne andò, dimenticandosi del gatto.

(...)

Partita finita, Wilkinson vince senza troppa difficoltà. Le persone del pubblico si complimentano con lui, la diretta tv si interrompe e concede lo spazio al telegiornale.

giovedì, settembre 14, 2006

The Dark Side Of The Humbert



Tutta la notte passata a scannerizzare tabelle di fisiopatologia. Quando sono andato a dormire, ho sognato di entrare in un bar, chiedere un caffè e poi mettermi a scannerizzare tabelle di fisiopatologia. Inutile dire che al risveglio non sapevo più dove fossi, nè chi, nè perchè.

Sono state giornate un po' ombrose, senza nessun motivo in particolare, a parte il fatto che questo esame mi fa schifo e che quando mi sono iscritto a medicina pensavo a tutto, tranne che avrei studiato questa roba. Per il resto, riepilogando, sabato la notte bianca è stata carina, moltissima gente in giro, tonnellate di roba malsana da mangiare. Ho anche visto un gruppo molto bravo ( chiamato semplicemente Lab) che sonorizzava un film muto di Medvekin intitolato "La felicità". Quando si sono accese le luci e il pubblico applaudiva, quattro sedie più in là della mia c'era Lorenzo dei Milaus (nella foto quello di destra), ci siamo salutati e tutto quanto, ma ho cercato di tenermi a distanza perchè non volevo stenderlo col mio alito post-panino con wurstel agliato tirolese. Spero non si sia offeso, l'ho fatto per il suo bene.

I giorni successivi si sono trascinati di conseguenza, con molto da studiare e Nicola che gira per la casa bestemmiando contro Fastweb perchè non riesce a farlo funzionare, minacciando ogni tanto di spedire una e-mail minatoria direttamente a Valentino Rossi scrivendo qualcosa del tipo: "Caro Valentino, smetti di fare la pubblicità di Fastweb sorridendo con quella faccia da culo. Fastweb non funziona. E' una merda ". Per il resto la casa aspetta di prendere una forma, possibilmente una bella forma, o quantomeno migliore di quella di stamattina quando nel giro di cinque minuti mi si è inchiodato il pc per la cinquantesima volta, l'acqua in cui bollivano le pannocchie è completamente evaporata spargendo odore di bruciato ovunque, si è scaricato il telefono e ho perso il caricabatterie. Certe persone in un caso del genere avrebbero dato la colpa alle onde elettromagnetiche, senza sapere cosa siano.

Per concludere, oggi dovevo tornare a casa a Cairo Montenotte, ma quando ho ritrovato il caricabatterie, mi ha chiamato mio padre dicendomi che, causa diluvio, la Protezione Civile sconsigliava di circolare.



[ the radio plays: Yo La Tengo - Daphnia (I'm Not Afraid Of You And I Will Beat Your Ass, 2006)

sabato, settembre 09, 2006

Cosa succederà a Humbert?

Dunque dunque, dove eravamo rimasti?

L'inizio di questa settimana è stato sostanzialmente un ritiro spirituale nella casa in campagna di Dorno, dove Camilla doveva preparare il suo discorso trionfale e io semplicemente finire la mia maratona personale di Twin Peaks, che mi ha riportato alla mente un sacco di ricordi buffi, come la recita a tema che avevamo fatto alle elementari (e in cui l'agente Cooper era una bambina, se non erro), anche se non riesco proprio a ricordare quale personaggio interpretassi io. Forse qualcuno da qualche parte ha una videocassetta polverosa dell'evento.

Mercoledì è stata una vera e propria giornata campale: siamo partiti da Dorno, mi sono messo giacca e cravatta dopo un sacco di tempo (devo ammettere che vestirmi da damerino mi piace, dannazione) e ho accompagnato Camilla alla sua prima laurea. C'è stato un po' da attendere, mi aspettavo che avrebbe preso la cosa con più agitazione, invece ha retto molto bene e presentato il discorso in modo impeccabile. Brava piccoletta, una volta ogni tanto un 110 e lode meritato.

Dopo le celebrazioni, le foto del fotografo, lo spennamento del padre di Camilla per pagare il fotografo, abbiamo preso un paio di aperitivi, uno dei quali al sottovento cercando di incrociarci con l'aperitivo della mia ex-coinquilina Stefania, ma senza alcun risultato causa scollamento dei cardini temporali di tutti quanti. Cena al Cupolone (una meraviglia, soprattutto i secondi) e infine Camilla e i suoi sono tornati in Svizzera, dove lei aveva da realizzare il suo ultimo primato: la prima persona nella storia dell'università italiana che, la mattina dopo la laurea, è andata a lavorare alle 8.

Giovedì e venerdì sono state invece, due giornate di transizione. Il mio coinquilino Marco
(fratello di Stefania) è definitivamente partito per il Brasile, dove andrà a vivere con sua moglie Mara, matrimonio in cui io ho fatto il testimone dello sposo. Gli auguro che tutte le cose vadano per il meglio. Per la sua partenza abbiamo fatto una festicciola da Gian e Gaia, a base di birra, amarcord e un caldo opprimente. Ora al posto di Marco e Stefania arriveranno mio fratello e Nicola (mio compare di banda musicale), nuove situazioni e insomma, tutto quello che comporta un cambiamento nelle persone che ti girano intorno ogni giorno.

Per quanto riguarda me e me soltanto, mi sono ritrovato costretto a fare un punto della situazione. 7 anni qui a Pavia, ancora un po' di università da fare (si spera il meno possibile), una situazione familiare che forse finalmente si è stabilizzata e un bel po' di progetti. Primo fra tutti, e credo che ora lo si possa dire senza metterci davanti la parola "forse", il 22 settembre esce il nostro disco e sono sinceramente curioso di vedere cosa ci ritornerà indietro, i commenti positivi e negativi, le uova, la verdura e tutto il resto.

Stanotte, incredibile ma vero, c'è la prima notte bianca nella storia di Pavia, nonchè la prima volta in tutto questo tempo in cui a Pavia succede qualcosa.


[the radio plays: Angelo Badalamenti - Audrey's Dance (Twin Peaks OST, 1990)

lunedì, settembre 04, 2006

Humbert si difende dai venditori?

Bene.
Dopo i
festeggiamenti, è il caso di aggiungere un po' di sostanza. Non sta succedendo nulla di eclatante in questi primi giorni a Pavia, anche se da piccoli movimenti interiori mi rendo conto che qualcosa sta ancora cambiando, fortunatamente. Giovedì sera, siamo andati a lasciare gli strumenti in quella che sarà la nostra nuova sala prove, ho suonacchiato un po' con Andre e Teo per vedere se mi ricordavo come era fatta una chitarra e poi siamo andati tutti allegramente all'Ortosonico dove il supergruppo di Sara, Ema, Jumma e Davide (secondo me dovrebbero chiamarsi Two Lips, è molto azzeccato) stava provando in via straordinaria direttamente sul palco. Mi hanno lasciato una bella impressione, nonostante fosse molto tempo che non provassero. E poi è bella questa immagine di collettivo che lentamente si viene formando, questo insieme magmatico di persone che ogni volta dà vita a qualcosa di diverso pur mantenendo una specie di integrità formale. Se contiamo Ultraviolet Makes Me Sick, News For Lulu, Green Like July e aggiungiamo Sara e Simone, siamo una decina di persone, non avrei mai sperato in una cosa del genere anche solo fino ad un paio di anni fa.

Venerdì sera, causa la mia impossibilità economica e la mancanza di voglia di andare a vedere i Tv On The Radio, mi sono lasciato tentare da Gaia e Gianluca e siamo andati a fare un giro alla festa dell'unità a Milano. C'era un concerto dei Radiodervish (noiosetto, purtroppo) e un venditore incredibile che cercava di piazzare una specie di spremiagrumi/portalimone, una cosa difficile da spiegare, davvero. Era terribile. In compenso ad una bancarella per la modica cifra di 7 euro in totale mi sono aggiudicato il dvd de "La Città si Difende" di Pietro Germi (a metà fra il noir e la gangster story, veramente bello) e una edizione vecchissima di "Un Amore" di Dino Buzzati che non so se avrò mai davvero il coraggio di leggere. In quel momento, strano a dirsi, mi andava la spesa culturale, forse per reazione al venditore di limoni.

A proposito di venditori. Chiunque sia un fan di Chef Tony e di Miracle Blade e non se ne vergogna, dovrebbe dare un'occhiata qui. Vendono anche le spille.

Per quanto riguarda me e soltanto me, sto lentamente rassegnandomi al fatto che devo rimettermi sui libri, preparare almeno un esame + un esamino per settembre, nonchè inserirmi nell'ordine delle idee che include l'andare a lezione, anche se l'idea di seguire neurologia e psichiatria e finalmente capirci qualcosa mi alletta abbastanza. Diciamo che inizio a sentirmi utile. Sinceramente non vedo l'ora che si metta in moto tutto, che mio fratello e Nicola vengano a vivere qui e che arrivi l'autunno. L'estate ogni anno porta con sè una specie di stasi, che non potrei definire propriamente una pausa riflessiva, visto che rifletto anche meno del solito.

[ the radio plays: Helios - Bless This Morning Year (Eingya, 2006)

venerdì, settembre 01, 2006

Facciamo festa, è nato il mio blog!


Vi starete chiedendo:
" Perchè un blog? " oppure
" Anche tu? " oppure
" Dovevi proprio? "

Dunque, il problema è chiaro e lampante. A raccontare sempre le stesse cose divento scemo. Perciò quello che mi succede, dal piccolo fatto quotidiano degno di nota all'evento risolutivo della mia esistenza, vorrei annotarlo qui. Per me, perchè comunque è più bello a vedersi di un comune diario. Per gli amici con cui capita spesso di chiedersi "Come va?" e di rispondersi semplicemente "Tutto bene" perchè in realtà sarebbe troppo lungo fare un riepilogo della situazione. Per le persone lontane, o che mi capita di vedere molto di rado, perchè mi piace che anche loro sappiano quello che mi succede, nel bene e nel male. Direi che è tutto qui, per iniziare, perciò festeggiamo, un inizio è pur sempre un inizio.

Conoscendomi, utilizzerò questo spazio per qualsiasi cosa. Per farmi pubblicità, per lamentarmi delle cose più insulse, per inveire contro chi mi capita a tiro nelle giornate di malumore. Qualsiasi cosa succeda, ricordatevi che stronzate giornaliere se ne dicono tante. E io ne dico di più. Se vi capita lasciate commenti, anche stracolmi di parolacce, io gradisco sempre.

A presto

Umbe

[the radio plays: Echo & The Bunnymen - The Killing Moon (Ocean Rain, 1984)