Tranquilli, Sono Vivo: marzo 2007

mercoledì, marzo 14, 2007

Il Compleanno Di Humbert







Chiunque apra questa pagina è obbligato a lasciare un commento.
E poche storie.





Ebbene sì, mi sono permesso di utilizzare UN INTERO post del mio blog per autocelebrarmi. Del resto io sono appena riuscito a superare il quarto di secolo, al contrario del Betamax. Ah Ah Ah. Se per caso è la prima volta che capitate qui, vi avviso subito che:

1) Questo non è un blog del tipo "tassista/barbiere/supereroe/De Lamentatione". Insomma, uno di quelli dove l'autore, ogni immancabile volta, ci dispensa critiche non richieste sulla società e ci propone soluzioni geniali, che soltanto a lui sarebbero potute venire in mente. E questo, che rimanga fra noi, non perchè egli sia davvero un genio, ma solo perchè non parla mai in modo confidenziale con nessuno, non fa parte della realtà che critica e nel profondo del suo Io è un disadattato sociopatico misantropo.

2) Questo non è un blog del tipo "tu non mi capisci e neanche potrai mai". Non è quindi, un blog dove i post sono costituiti da grovigli di pensieri e parole talmente oscuri (ma per educazione si dice intimi e personali) che nessuno, certe volte neanche l'autore, arriva mai al succo della faccenda. Da un certo punto di vista può essere una strategia, in quanto rimane addosso un certa curiosità. Al centoquarantasettesimo punto di sospensione, tuttavia, la curiosità si è trasformata in bisogno di uccidere e, per comodità, l'autore viene gettato nel mucchio dei disadattati sociopatici misantropi.

3) Questo non è un foto-blog. L'avvento della fotografia digitale, oltre a rovinare le mie passeggiate compulsive (vedi post precedente), ha anche prodotto una serie impressionante e magnifica di aspiranti fotografi che hanno completamente scordato il processo di elaborazione interiore. Nello stesso modo in cui non è più necessario pensare una fotografia prima di scattarla, siccome non esiste più lo spreco di rullino, ora non è più necessario valutare una fotografia prima di metterla in rete. Tutto questo, per carità, non è necessariamente un male. Le fotografie scartate a volte sono le migliori. Soprattutto quelle scartate da fotografi ipercritici con sè stessi. E dai, diciamolo, anche loro un po' disadattati sociopatici e misantropi, altrimenti non si spiega il perchè siano lì a fotografare cavi del telefono, piedi e rami secchi, invece di andare in quei posti dove la gente balla in modo scomposto e limona duro.


Per qualche incomprensibile motivo, nonostante io sia coinvolto in diverse e sgangherate bande musicali, questa non è una pagina dove pubblicizzo le mie cose, nè dove mi fingo giornalista per dare giudizi su dischi che non potrei mai giudicare, visto che in casa ho la discografia completa dei Led Zeppelin, diversi dischi metal e altre tonnellate di schifezze a cui sono comunque legato. Se dovete per forza classificare questo blog, vi chiedo soltanto il favore di non mettermi insieme ai disadattati, sociopatici e misantropi. Finirei di nuovo in pessima compagnia e molto probabilmente stuprato.


E ora fatemi gli auguri!







[ The Radio Plays: Glenn Miller - Moonlight Serenade ( 1939 )

mercoledì, marzo 07, 2007

La Sindrome Di Humbert-Clarks






Epidemiologia
La sindrome di Humbert-Clarks colpisce prevalentemente le persone che arrivate a quasi 26 anni non hanno ancora trovato un metodo di studio.

Anzi, lo hanno trovato, ma lo cambiano ogni 3 mesi.

Eziopatogenesi ( Rieccola, è un vizio.)


Dovrei iniziare da molto tempo fa. L'ultimo post risale alla fine di gennaio, ma io devo iniziare da molto, molto prima. Devo ammettere che ho sempre avuto un debole per il gironzolare senza meta. Per un periodo sono anche riuscito a giustificarlo a me stesso e agli altri col fatto che stavo imparando a fare fotografie, almeno fino a quando non è parso chiaro che camminare e guardare intorno mi piaceva molto di più che stare a interrogarmi se il tempo di scatto andava a 60 oppure a 125 centesimi di secondo e quali conseguenze la mia scelta avrebbe determinato se il diaframma era settato su 5.6. Ora c'è la digitale. Guardi fuori, guardi dentro, scatti. E io sono costretto a trovare qualche altra scusa per andarmene in giro.

Fra Dicembre, Gennaio e Febbraio, devo dire che ho studiato molto. Soprattutto, ho dovuto studiare cose che facevo molta fatica a memorizzare, nessuno saprà mai se per mancanza di voglia o per mancanza di neuroni, la maggior parte severamente impegnati a ricordarsi i cambi di formazione degli Yes dal '68 a oggi. Mi capitava quindi di dare un esame dopo l'altro, in poco tempo, su argomenti completamente diversi uno dall'altro, dove la logica non poteva aiutarmi in nulla. L'unica strategia plausibile era quella del mulo: seduto, scrivania, libro, leggi, schematizza, ripeti, ripeti, ripeti, ripeti. Io ho trovato una piacevole alternativa che farà scuotere la testa alla maggior parte delle persone: leggi, schematizza, vai in giro, ripeti. In pratica, dopo aver letto una volta il programma e averlo schematizzato in breve, dividevo il malloppo in base alle giornate che mi separavano dall'esame e ogni giorno ripetevo il programma auto-assegnatomi portandomi gli schemi in giro per la città. Di solito una decina di pagine, niente di voluminoso. Tutto questo, ovviamente, senza ripetere ad alta voce, per evitare di essere preso per uno degli innumerevoli matti di Pavia, invece di uno che li vorrebbe curare.
Come vedete, la differenza è sempre più labile.

Tuttavia, stranezza del metodo a parte, la tecnica ha funzionato. In alcuni casi, addirittura, gli argomenti che avevo ripetuto camminando in certe vie o fermandomi davanti a certe vetrine venivano associati ai luoghi stessi, in una specie di memoria visiva che, invece di essere legata alle pagine dei libri, era strettamente associata con la geografia della città, con gli scorci, con le persone. Estremamente bello. Senza contare il fatto che camminare qualche ora prima di un esame aiuta a scaricare la tensione. Inoltre, per evitare il trambusto e cercare la concentrazione, ho scoperto posti di questa città davvero incantevoli, se si vuole anche sprecati per uno che deve solo memorizzare i tests di funzionalità epatica o come si separa l'emoglobina dai globuli rossi. Per contro (nella mia vita c'è sempre un contro, tranquilli, anzi di solito ce ne sono una padellata tale da farmi passare la voglia), a volte ci si perde a guardarsi intorno e si perde tempo, ma soprattutto si può incappare nella sindrome di Humbert-Clarks.

La mattina prima di un esame (mi pare fosse Epidemiologia Clinica, ovvero "Dell'Inutilità del Singolo di fronte all'Inutilità del Tutto", una specie di nichilismo applicato alla diagnosi clinica) mi ero svegliato presto, avevo fatto colazione e mi ero preparato per la mia passeggiata pre-esame.
Ho camminato molto, ripetendo quasi tutta la mattina, fermandomi un paio di volte per sedermi su una panchina e mangiare un po' di cioccolato. L'esame era piuttosto facile, andò molto bene. Tornato a casa cominciai a sentire che qualcosa non andava. Era come se qualcuno, con un netto colpo di falce, mi avesse asportato tutta la parte superiore dei piedi e io stessi camminando solamente con la pianta, ormai sottile pochi millimetri. In quel momento realizzai che avevo camminato tutto il giorno con le Clarks ai piedi. Ora, ci sarebbe da aprire tutto un altro discorso su questa famosa marca di scarpe. Discorso che andrebbe a naufragare in derive sociologiche di dubbio gusto, perciò non lo inizio neanche e sintetizzo in questo modo: non compratevi mai un paio di Clarks e se ne avete un paio buttatele. Sono delle scarpe di merda.


Per i due giorni restanti ho fatto fatica a camminare. Fortuna che non avevo altri esami imminenti, altrimenti non avrei saputo come fare per ripetere.














Ps. In tutti i miei peregrinaggi, sono stato particolarmente colpito da due cose che vi mostro:

1) La barriera anti-ladro sopra un muro dalle parti dello Spazio Musica


Sono frammenti di vetro lunghissimi, molto appuntiti e pericolosissimi, misti a filo di ferro arrugginito. La prima cosa che uno si chiede è cosa ci sia dall'altra parte di così prezioso. L'ipotesi più accreditata è che dall'altra parte del muro ci sia tutta la gente di Pavia che non vedi mai in giro.



2) Le scritte, che ho trovato in diversi posti sparsi per la città:


Meno MSI e più Zyklon B.
Per i meno informati, lo Zyklon B era il gas utilizzato nelle "docce" dei campi di sterminio. Era prodotto da un'adorabile azienda chimica, la I.G. Farben, che tutti voi ora conoscerete col nome di Bayer, marchio che avrete tanto ringraziato nei momenti di mal di testa e che ora spero ringrazierete un po' meno.
MSI è un acronimo. Sta per Mentecatti, Stronzi e Imbecilli.
In sunto, meno stronzi = meno mal di testa.








[ The Radio Plays: Amy Winehouse - Back To Black (Back To Black, 2007)