Tranquilli, Sono Vivo: luglio 2009

sabato, luglio 25, 2009

Dr. Jekyll & The Mr. Hydes




Provo una strana sensazione quando vedo un’orchestra che suona. Penso che ci siano tante differenze tra un gruppo di musica pop e un’orchestra, ma è ineccepibile che, per esprimersi, le due entità utilizzino lo stesso linguaggio. Banalmente, tutto sommato, è sempre musica. La prima è indicata fino alla più piccola dinamica, la seconda invece è spesso scritta nel mentre e risente molto più dell’umore, delle ore di sonno, dell’atmosfera e tutto il resto. La radice comune dei due modi di intendere la musica è provata da dischi pop orchestrati in modo splendido (anche solo quei ‘sempliciotti’ di Andrew Bird e Sufjan Stevens, oppure le canzoni di Mina degli anni 60, senza per forza tirare dentro gli studi di Abbey Road).
Purtroppo la nostra pesantissima tradizione ci ha portato a disprezzare la musica che esce dai conservatori, ma la colpa è certamente dei conservatori, non della musica stessa o dei musicisti, conservatori che sembrano avvicinarsi sempre di più a quello che la chiesa rappresenta per la pura religione, un istituzione immobile, incapace di adattarsi al cambiamento.
Nonostante ciò, questa mia strana sensazione guardando le orchestre rimane, un misto tra ammirazione e curiosità, e penso che, tante volte, il disprezzo che si prova per certe cose sia causato dalla tristissima convinzione di non poterle raggiungere, un po’ come la volpe e l’uva della tradizione. E’ spocchia anche quella, spocchia che viene dal basso invece che dall’alto, ma spocchia rimane. Sono ben conscio di stare generalizzando in modo un po' bieco, ma nel piccolo dei musicisti dilettanti (che ultimamente si dilettano ben poco) è spesso così. Il musicista classico gode del suo saper suonare, ma si addolora della sua condizione di sfigato. Il musicista rock gode del suo status di rocker, ma si arrotola su sè stesso (e lo fanno quasi tutti, nel segreto delle loro camerette) perchè incompreso, per non dire un perdente.

Oggi ho pensato a questo, pur restando fermamente convinto che avere sempre la necessità di categorizzare tutto e tutti, dove non ve ne sia una necessità pratica, solo per stabilire i propri buoni e cattivi, sia un tratto caratteristico degli imbecilli.

martedì, luglio 14, 2009

Giorno di silenzio





Tutte gli aggiornamenti su questo nuovo piccolo tassello, nel mosaico coloratissimo di questo amato Paese dei Balocchi, li trovate al sito: http://dirittoallarete.ning.com/
Vomitate gente, vomitate.




PS. Vi allego un intervento di Umberto Eco (solo perchè si chiama come me, ovviamente) che ho apprezzato.



Il nemico della stampa
di Umberto Eco

Sarà il pessimismo della tarda età, sarà la lucidità che l'età porta con sé, ma provo una certa esitazione, frammista a scetticismo, a intervenire, su invito della redazione, in difesa della libertà di stampa. Voglio dire: quando qualcuno deve intervenire a difesa della libertà di stampa vuole dire che la società, e con essa gran parte della stampa, è già malata. Nelle democrazie che definiremo 'robuste' non c'è bisogno di difendere la libertà di stampa, perché a nessuno viene in mente di limitarla.

Questa la prima ragione del mio scetticismo, da cui discende un corollario. Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l'interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?

Ricorderò sempre una storia che raccontava mia mamma che, ventenne, aveva trovato un bell'impiego come segretaria e dattilografa di un onorevole liberale - e dico liberale. Il giorno dopo la salita di Mussolini al potere quest'uomo aveva detto: "Ma in fondo, con la situazione in cui si trovava l'Italia, forse quest'Uomo troverà il modo di rimettere un po' d'ordine". Ecco, a instaurare il fascismo non è stata l'energia di Mussolini (occasione e pretesto) ma l'indulgenza e la rilassatezza di quell'onorevole liberale (rappresentante esemplare di un Paese in crisi).


E quindi è inutile prendersela con Berlusconi che fa, per così dire, il proprio mestiere. È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente - se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio - la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa. La stessa nazione accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicità, che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa - che sarà però ben presto superata perché è da quel dì che gli italiani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe.

Allora perché dedicare a questi allarmi un numero de 'L'espresso' se sappiamo che esso arriverà a chi di questi rischi della democrazia è già convinto, ma non sarà letto da chi è disposto ad accettarli purché non gli manchi la sua quota di Grande Fratello - e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perché una informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure?

Già, perché farlo? Il perché è molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedeltà al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all'epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe. Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell'antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Però quei 12 che hanno detto di no hanno salvato l'onore dell'Università e in definitiva l'onore del Paese.

Ecco perché bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servirà a niente.

Almeno che un giorno si possa dire che lo si è detto
(09 luglio 2009)

sabato, luglio 04, 2009

Vi ho fatto una compilation




Oggettivamente, il 4 luglio è un giorno importante per diversi motivi.

1) Nonostante siate sudati in modo vergognoso e molto probabilmente stiate mimando qualche atto di congiungimento carnale con il ventilatore più vicino a voi, il 4 luglio è il giorno in cui la Terra è più lontana dal Sole.
2) E' il compleanno di Gina Luigia Lollobrigida
3) Ho finito la vostra compilation per l'estate. La potete scaricare a questo indirizzo:


http://www.newsforlulu.com/gosl.zip

Masterizzatela su un cd e stampatevi la copertina, mettetevela sul vostro ipod contraffato, fatene ciò che volete. Posso dirvi con sicurezza che vi terrà compagnia e, per smentire tutti compreso il me stesso abituale, sarà una compagnia spensierata.
Ho cercato di non essere troppo 'questo-pezzo-lo-posso-conoscere-solo-io-e-per-questa-volta-faccio-la-concessione-eccezionale-di-condividerlo-con-voi-pezzenti-anche-se-disapprovo-l'estate-e-tutte-le-sue-complicanze'.
Nè troppo 'oh-questa-canzone-la-cantavano-tutti-in-disco-a-Riccione-e-cioè-è-stata-un'estate-del-1998-troppo-una-figata-xkè-ho-conosciuto-mille-tipe'.
Ho semplicemente messo in fila 20 canzoni che in tutto durano meno di un'ora e che negli ultimi anni sono diventati i miei classici. Se anche uno solo dei miei classici diventa uno dei vostri, per me è una missione compiuta. Baci, abbracci e limoni duri.

http://www.newsforlulu.com/gosl.zip