Tranquilli, Sono Vivo: giugno 2007

domenica, giugno 10, 2007

Humbert , Una Porchetta Cotta a Legna








Benvenuti, signore e signori, al mio post stagionale e stagionato, visto che mi sono perduto praticamente l'intera primavera. Mi chiedo dove posso essere stato. Non vi preoccupate, non ho scusanti, ho solo delle buone ragioni che esporrò sotto forma del mio elenco preferito, ossia quello numerato:

1) Ho smesso di scrivere affinchè voi poteste dedicarvi a qualcosa di interessante.
2) Mi sono chiesto se avevo voglia di portare avanti un blog. Una specie di crisi mistica in nuce che ho risolto con la strabiliante conclusione che anche se scrivo un post ogni 6 mesi non mi importa. Devo sempre e comunque aspettare che succeda qualcosa di interessante.
3) Ho rotto il silenzio quando mi sono reso conto che nella homepage del sito di Repubblica, uno dei più visti in Italia, compariva questa notizia. Ho realizzato immediatamente che al mondo sta succedendo così poco, che la mia vita, in confronto, è il finale del film Tetsuo l'Uomo D'Acciaio.

Dunque, fra le mie ultime grandi esperienze ne ho scelte due. Lavorare in un seggio elettorale e suonare al festival di rockit.it chiamato Mi Ami. Sono state due esperienze con tre punti in comune:

1) Mi sono stancato a morte senza fare praticamente nulla.
2) Ho conosciuto un macello di persone, ma ora non ricordo neanche più un nome.
3) Mi sveglio la mattina e mi chiedo perchè l'ho fatto.





1) Il seggio Elettorale

Al seggio elettorale eravamo in 6. E' un numero significativo, perchè tutto il lavoro di un seggio elettorale, in condizioni di efficienza, potrebbe essere svolto da 3 persone, esattamente la metà. Certo, in 6 ci si diverte di più, soprattutto quando ti ritrovi in compagnia con:
1) il cantante di un gruppo black metal.
2) la padrona del bar dove hai passato la tua infanzia a scassarti di videogiochi.
3) una tizia sulla quarantina che non ha aperto bocca per 2 giorni fino a quando ha candidamente confessato di aver visto Miles Davis dal vivo.
4) una chimica di laboratorio allibita di fronte alla quantità di cibo che il cantante black metal ha ingurgitato ininterrottamente.
5) il presidente del seggio, che non riesco a descrivervi, se non con una foto.




Il tempo, all'interno dei seggi elettorali, si piega secondo le classiche leggi della politica e dei processi italiani. Si distende placido a prendere il sole e mentre tu ti rendi conto che hai appena finito un libro di 300 pagine (-Non buttiamoci giù- di Nick Hornby, caruccio), alzi la testa e sono passate solo 6 ore. In compenso, il presidente del seggio si è lanciato in una lite con un votante che è da incorniciare:

Il presidente: Mi dia pure la scheda.
Il votante: No, la voglio mettere io nell'urna
Il presidente: Mi dispiace, lei non può. E' scritto sul regolamento.
Il votante: Ma impari a fare il suo lavoro, imbecille.
Il presidente: Mi dispiace, mi deve dare la scheda. E' scritto sul regolamento. E poi devo controllare se l'ha piegata nel modo corretto.
Il votante (che ormai ha perso il controllo): Ma piantala! Imbecille! Sono due anni che rompi i coglioni! Infame!
La moglie russa del votante (esterrefatta, mette la testa dentro il seggio, guarda il marito ed esclama): Ma sei normale?
Il votante (ancora verso il presidente): La devi smettere di rompermi i coglioni! Infame! Tu la mia scheda non la tocchi!
Seguono attimi concitati, con tutto il seggio a bocca aperta, che si concludono con il presidente che si gira verso di me e, senza nessuna espressione facciale mi chiede:
"Umberto, per favore, vai a chiamare i carabinieri".

Escluso questo bel siparietto di gente che impazzisce sul seggio perchè ha visto Ciampi, in tele, che mette da solo la propria scheda nell'urna anche se non si può fare (ma come si fa a dire a Ciampi, che non si può? A 87 anni se qualcuno mi dicesse "Tu non puoi" io mi metterei a ridere bonariamente e risponderei con un coppino amichevole) ovviamente sul seggio non si è mossa una foglia.





2) Il Mi Ami

Il festival di Rockit all'idroscalo di Milano è un posto incredibile. Chiunque sia abituato agli happening della scena indie italiana salti pure questo paragrafo, poichè leggerà solo un cumulo di cose note. Io mi rivolgo, invece, alla gente normale. Fidatemi di me, non è un discorso snob, nè di falsa modestia. Al festival di Rockit c'era un numero incredibile di gruppi, la maggior parte di loro non li conosceva nessuno, suonava male e nonostante tutto se la tirava, esattamente come noi.
Bene, potrebbe dire uno. Finalmente a casa?
Dopo qualche ora, la sensazione di sentirti circondato da gente simile a te si trasforma in inquietudine. Quando vedi il centodiciassettesimo tizio che ti assomiglia fisicamente, nel modo di vestire, di parlare, di pettinarsi, capisci che qualcosa nella tua vita è andato storto. Non è più come al Gods Of Metal dove tutti avevano la maglietta metallara con disegno terrificante sul davanti e date del tour dietro, dove si vestivano tutti in quel modo accomunati da un senso di fratellanza. Sei finito in mezzo ai bloggers disadattati sociopatici misantropi, per la maggior parte musicisti anche loro. Ad ogni modo, alienazione imperitura a parte, ci sono stati alcuni momenti notevoli:

1) Quando Marco dei Drink to Me, al banchetto della Zahr, ubriaco marcio alle 4 del pomeriggio, guardando la gente urla: "Anche io ho un'etichetta indipendente! Si chiama STUPROBRUCIORECOOORDS!!!! STUPROBRUCCCCCCCCCIIIIIIIIIOOOOOOOOOO!!!!". Le altre persone ridevano/piangevano e si è pensato, per un attimo, di travestirlo da pupazzo e tenerlo come attrattiva turistica. Fra le altre cose, gli avevo pronosticato che entro la fine della serata sarebbe andato a botte con qualcuno. Chissà come gli è finita.
2) Quando con Dariella L'Amaro e MarinaP, durante una chiacchierata sui generis a proposito di blasfemie dette da loro in radio (le bruschette fatte con le ostie grosse), di spaghetti aglio e olio, e sul come le persone trovino la forza di tornare in Italia dopo anni passati all'estero, mi sono reso conto che, per quanto cercassi di dissimulare e disapprovare, ero italiano pure io. Mmmm. Porca zozza.
3) Quando il batterista dei Canadians mi ha abbracciato e mi ha espresso la propria gratitudine immensa per aver io pubblicizzato il fatto che lui ha recitato in un film porno.
4) Il concerto dei Jennifer Gentle. Sicuramente il meglio di quello che ho visto.
5) L'amaro in bocca soprattutto per un fatto. Tutti gli indie frangetti ci possono anche provare, ma è impossibile mettersi una maglia a righe e un cappello più fighi di lui:



6) Quando, tornato dal secondo pomeriggio al festival, occupato solamente da public relations in forma di chiacchierata amichevole, mi sono lanciato per direttissima nella notte bianca pavese, sfidando insieme a Camilla orde di bancarelle che ti offrivano formaggi in degustazione, stormi di sbarbine in assetto da guerra che tornavano a casa alle 10 e mezza e, più grottesco di tutti, un cartello presente in più punti della città che recava una freccia puntata verso una strada buia e la scritta "Fagioli 3 Euro". Non contenti, tornando a casa ci siamo sbafati un panino del Lurido (termine popolare di queste zone col quale si indica il losco camioncino che prepara panini con salamelle, wurstel, crauti, cipolle e musica techno degli anni 90. Dalle mie parti mi pare lo chiamino Voncio o Vuncio. Se avete altri sinonimi caratteristici provenienti dal posto in cui abitate, accetto volentieri un commento) e stakanovisti, il mattino dopo siamo andati al mercato e ci siamo comprati 7 salami a 10 euro. A 40 anni avremo le arterie con sponsor dalla Rovagnati, ma sicuramente saremo felici. Camilla ha detto che da grande vorrà anche lei il suo camioncino privato, per girare intorno al mondo e servire, a piedi nudi, panini malsani ai disperati famelici notturni tipo noi.
















Ps. Questo è uno dei video più divertenti che io abbia mai visto. Per favore alzate l'audio.




[The Radio Plays: The Rolling Stones - Gimme Shelter (Let It Bleed, 1969)