Tranquilli, Sono Vivo: gennaio 2010

venerdì, gennaio 29, 2010

Eclisse Twist




Arriva Tilbury #3, arriva. Intanto, rimettendo a posto la mia stanza, ho ritrovato un 45 giri che comprai l'anno scorso. E' una delle canzoni rock italiane più belle che io abbia mai sentito e spero vi faccia compagnia in questo week end.

La radioattività
un brivido mi dà
ma tu
di più



Qualcuno ha visto "L'Eclisse" di Antonioni, da cui è preso il pezzo? Com'è? A me Antonioni incute sempre un po' di timore.

mercoledì, gennaio 20, 2010

12th Night Sleepy Revolt





Questa compilazione è a sorpresa, quanto autoreferenziale, nel scegliere le canzoni non ho pensato a nessuno, ho solo raccolto quelle canzoni che in questo ultimo e difficile anno mi hanno fatto compagnia e le ho messe in fila, senza sosta. Per questo motivo, mi piace molto.



domenica, gennaio 17, 2010

Pavia not Povia.




Fresca fresca la notizia che il nostro beneamato Povia, per il prossimo, attesissimo festival di Sanremo, ha preparato una bella canzoncina sul tema di Eluana Englaro. Chiaramente, per quanto mi riguarda, non c'è niente di male. Non fosse che Povia utilizza questi mezzucci per mascherare la propria incapacità di produrre canzoni che riescano ad attirare l'attenzione in altro modo, ma è un argomento in cui preferisco non entrare per evitare di sentirmi rispondere cose del tipo "tutta invidia", "vorrei vedere te", "tu ti sei tagliato i capelli, lui no", etc.

Il punto è che il mio cervello, immediatamente dopo aver appreso la notizia, ha iniziato a macinare tutta una serie di argomenti scottanti che vorrei suggerire al nostro eroe per riuscire a rimanere al centro dell'attenzione e sulla cresta dell'onda, nel caso si trovasse in una crisi creativa.

1. "I Bettini fanno ooh": Povia, scioccamente, poteva restare nell'attualità, invece di commemorare anniversari inesistenti. Perchè nessuno ha mai scritto una canzone-biografia su Craxi? Ci vorrebbe un pezzo di una decina di minuti, ricco di citazioni e particolari, un po' come "La Domenica delle Salme" di De Andrè o "The Rime of the Ancient Mariner" degli Iron Maiden, giusto per fare due paragoni calzanti.
2. "Rock the Rosarnoh": molto tempo fa, "Rock the Casbah" dei Clash invitava in modo ironico gli arabi e gli israeliani a fare pace. Per i soliti scherzi del destino, la canzone finì per essere utilizzata dai bombardieri americani durante la prima guerra del golfo. Oggi, se Povia fosse davvero coraggioso, potrebbe scrivere una bella canzone ironica sui fatti di Rosarno(h). E visto che nessuno capisce l'ironia, giocare alla roulette russa con il rischio di linciaggio.
3. "Piero era gay..o..cosa?": chi va con i transessuali prima COSA era? Marrazzo COSA è? La gente se lo chiede con insistenza, dal parrucchiere, al bar, sull'autobus. E Povia, non approfitta di un argomento così succoso?
4. "Adotta un bambino Haitiano morto": capisco, il titolo è ad effetto, ma mica me lo sono inventato io. E' il nome di un gruppo che è comparso su facebook qualche giorno fa. Non è il caso di commentare, solo di suggerire a Povia di farne buon uso.

mercoledì, gennaio 13, 2010

The Tilbury Incident #2



Questa storia inizia qui: http://tranquillisonovivo.blogspot.com/2010/01/tilbury-incident-1.html



Ad aspettarci, davanti a casa di Margareth, ci sono due poliziotti. Hanno una divisa bianca, portano bene in vista la pistola, il manganello e un disinfettante per le mani. Sembrano molto più dottori di noi, se non fosse per il distintivo luccicante. In viso portano l'espressione della persona che vorrebbe essere da tutt'altra parte, espressione che vedo sempre più spesso da quando mi capita di avere a che fare con le malattie mentali. Scendiamo dalla macchina e ci ritroviamo in una piccola via che termina a fondo cieco da entrambi i lati, sulla quale si affacciano quattro o cinque piccole case bifamiliari a due piani, piuttosto povere, ma in buone condizioni. Fa piuttosto freddo.

La casa sulla destra rispetto a quella della paziente è illuminata. Davanti ad essa è impossibile non notare una piccola discarica di bottiglie di birra vuote. Ad un certo punto, si apre una porta ed esce una signora sulla quarantina, spettinata, che si trascina dietro uno scatolone contenente un'altra ventina di bottiglie, che vengono depositate vicino alle altre, a qualche metro dalla porta di casa. Sulla soglia, si affaccia una ragazzina che osserva la madre durante la rumorosa operazione, stringendo in braccio un bambino più piccolo, visibilmente sporco e vestito solo di un pannolone. Tutti e tre sono a piedi nudi e fanno finta di non vederci.

I due poliziotti bussano a casa della signora Margareth, ma nessuno risponde. Nel bussare, si accorgono che la porta di casa resta chiusa a malapena e che basterebbe una spallata per aprirla, anzi, probabilmente qualcuno l'aveva già fatto per poi richiuderla alle proprie spalle. Il poliziotto più basso e con qualche capello in testa cerca di chiamare la paziente, avvicinandosi alla porta e alle finestre, senza risultato. Dalla finestra della cucina si intravede una borsa appoggiata su un tavolo e poco altro. Le luci della casa sulla sinistra si accendono e una robusta signora, anche lei scalza, esce sul vialetto per chiederci cosa succede. Il dottore le spiega il motivo per cui siamo lì e le chiede se ha visto Margareth nell'ultimo periodo. La vicina, per tutta risposta, si avvicina al bidone della spazzatura e ci guarda dentro. Poi alza lo sguardo e ci spiega che, siccome di solito la nostra paziente non esce mai, l'unico modo per sapere se è in casa è quello di guardare se ci sono dei nuovi rifiuti, in genere cartoni della pizza o di cibo take away. In ogni caso, la lettura del bidone della spazzatura non offre novità rilevanti rispetto alle settimane precedenti. La signora nota le facce preoccupate dei dottori e dei poliziotti, commentando con un: "Beh, è Margareth, tutto è possibile".

Quando una persona non risponde al campanello, non è una cosa semplicissima, da un punto di vista legale, che i poliziotti le sfondino la porta ed entrino a controllare. Devono sussistere delle condizioni di urgenza. Per questo motivo, il dottore e Roger si consultano a lungo su quale articolo di legge utilizzare per giustificare l'infrazione. Nelle pause di attesa, in cui entrambi a turno tengono aggiornato via telefono il personale dell'ambulatorio, apprendo qualche notizia in più. Mrs. Margareth vive da sola, ma ha due figli che ogni tanto la vanno a trovare. Dagli ultimi colloqui avuti con lei, Roger era riuscito a sapere che si vedeva con un uomo, di cui si sforza di ricordare il nome. Un particolare che lo aveva colpito in una delle sue ultime visite domiciliari, era stato che la paziente, per pagare una consegna ad un fattorino, aveva messo le mani nella borsetta e ne aveva tirato fuori una grossa manciata di monete. Sia Roger, sia il dottore, erano d'accordo sul fatto che, con grande probabilità, Margareth avesse in casa una discreta somma di denaro.

Mentre i poliziotti girano intorno alla casa per controllare lo stato del giardino e della porta sul retro, si avvicina a noi, cautamente, una signora anziana su una motocarrozzina. Ci chiede:
" Chi siete voi? "
" Siamo dottori, stiamo cercando la signora che abita in questa casa "
" Ah...una volta conoscevo Margareth "
" L'ha vista di recente? "
" Non credo. Spero che stia bene e che la troviate. Una volta conoscevo Margareth. "
Poi fa inversione con la carrozzina e si dirige verso casa, verso il fondo della piccola via.

Vagamente interdetto dal dialogo inconcludente, Roger torna davanti alla porta, davanti alla quale stiamo ormai aspettando da più di un'ora, e solleva la buca delle lettere al centro della porta stessa per dare un'occhiata dentro casa e provare a chiamare a gran voce la paziente. Immediatamente, dalla buca delle lettere fuoriesce un odore fortissimo, tanto che Roger si deve allontanare immediatamente. Tappandosi il naso, guarda ancora attraverso e vede che nella piccola sala oltre l'ingresso c'è un po' di disordine, ma non c'è nessuno. Chiama ancora, più volte, nessuna risposta. Il dottore si avvicina e osserva anche lui. Poi si allontana e dichiara che, in ogni caso, una persona che vive in una casa in quelle condizioni non è evidentemente in grado di badare a sè stessa, per cui è necessario aprire la porta immediatamente.

I poliziotti si guardano, la vicina esce a guardare, io mantengo un rispettoso silenzio.

lunedì, gennaio 04, 2010

The Tilbury Incident #1




Nonostante il titolo di questo post riecheggi quello di un disco di cover dei Guns 'n Roses, questa è una storia che non fa per niente ridere. Ho aspettato qualche mese, perchè i ricordi si attutissero un poco e, con loro, l'inevitabile enfasi.

Era il penultimo giorno del mio tirocinio in Essex, Inghilterra del Sud, campagna industriale di Londra e regione, secondo le stesse parole del mio mentore psichiatra, di estremo degrado culturale, economico e sociale. L'Essex Man medio viene descritto come una specie di energumeno semianalfabeta, che adora vivere nei pub e riesce in qualche modo, tramite piccoli furti e approfittando delle pensioni di invalidità o disoccupazione, a lavorare il meno possibile. L'Essex Girl, espressione la cui fisionomia sociale è ben descritta da wikipedia, dopo il contatto con diversi Essex Men si trasforma, come ovvio, nella Essex Woman, ragazza madre lasciata in genere da sola con i figli (avuti da mariti diversi) e che si stringe in piccole comunità di Essex Women che si stringono e si aiutano l'una con l'altra, oltre a bere alcolici in quantità industriali. Ovviamente, a questo punto qualcuno mi bacchetterebbe dicendo che sto generalizzando e che sicuramente non tutto l'Essex è così. E' vero. Però vi invito a farci un giro e, soprattutto, vi sfido a partire con l'idea di comprarvi un classico della letteratura (cercavo semplicemente Cuore di Tenebra in lingua originale) e ritornare indietro con il libro che avevate in mente, dopo aver girato tutta la regione. Io, per la disperazione, alla fine mi sono comprato un cheeseburger.

La mattina di quel giorno di Agosto, mi sveglio alle 6.30, nel mio vecchio maniero sperduto nel mezzo della campagna, prendo una serie innumerevole di lentissimi autobus e verso le 9 arrivo finalmente nella piccola e deliziosa Grays, dove ad accogliermi il cielo è nero e carico di pioggia, per strada non c'è nessuno tranne qualche truce e incappucciato ventenne sullo skate e il mio locale preferito, il Greasy Spoon (il cucchiaio unto) ha appena finito di servire le sue favolose colazioni dove viene fritto anche il vassoio, trasformando l'aria già appesantita dal carbone in un definitivo odore di mensa dei ferrovieri.
Il giorno prima, uno degli assistenti sociali della struttura dove lavoravo, un tale di nome Roger che poteva vantare una somiglianza spaventosa con Morgan Freeman, ma alto come il ministro Brunetta, mi aveva chiesto se volevo accompagnare lui e il dottore a cui ero stato assegnato in una visita domiciliare. Il nome della donna da visitare era Margareth e le persone della struttura erano preoccupate, perchè già due settimane prima non si era presentata ad un appuntamento per il rinnovo della terapia psichiatrica. Io accetto volentieri, considerato che rifiutare avrebbe significato rimanere a casa tutto il giorno, nel vecchio maniero sperduto nel mezzo della campagna.

Verso le 9.30 di quella mattina salgo sulla macchina di Roger e ci dirigiamo verso la confinante Tilbury, luogo di residenza della signora Margareth. Sulla strada, capisco lentamente che, se Grays era solo l'anticamera dell'inferno, ci stiamo definitivamente muovendo verso uno dei suoi angoli più tetri. Tilbury è un porto industriale, dominato da gigantesche gru meccaniche che tanti anni fa dovevano avere un colore sgargiante, enormi braccia arrugginite su un reticolo di piccole strade sporche, buie e maleodoranti. Le poche persone sui marciapiedi guardano in basso e alzano gli occhi solo per un'occhiata furtiva, rapida come una coltellata. Il colore del cielo di certo non aiuta l'umore, ma fornisce una cornice adeguata e perfetta per il nostro arrivo. Ci sono molti posti malinconici in Inghilterra, ma quella mattina è la prima volta in cui mi sento un po' a disagio. Roger, intanto, mi descrive il caso della signora Margareth, che abita da sola in una piccola via di questo piccolo incubo e che soffre di una sindrome delirante e francamente paranoide. A causa di tale disturbo, esce molto raramente di casa, non le piace rispondere al telefono e tiene spesso le tapparelle abbassate. Roger mi racconta che è già successo, in passato, che la signora non si presentasse per la terapia ed è anche capitato di dover fare irruzione in casa sua con la polizia, per cui mi prepara sia all'evenienza di un'ulteriore irruzione, sia al fatto che l'interno della casa non sarebbe certamente stato quello della reggia di Robbie Williams. Ringrazio di non aver fatto colazione al Greasy Spoon, mi affondo un po' nel sedile e guardo il colore del mare di Tilbury, tavola immobile e incolore totalmente fusa col cielo, che si rifiuta di mandarci la pioggia, penso, solo per tenerci ancora in sospeso.




the radio plays: (una gloriosa band dell'Essex, appunto)
Depeche Mode - Waiting For The Night (Violator, 1990)