Tranquilli, Sono Vivo: Dr. Jekyll & The Mr. Hydes

sabato, luglio 25, 2009

Dr. Jekyll & The Mr. Hydes




Provo una strana sensazione quando vedo un’orchestra che suona. Penso che ci siano tante differenze tra un gruppo di musica pop e un’orchestra, ma è ineccepibile che, per esprimersi, le due entità utilizzino lo stesso linguaggio. Banalmente, tutto sommato, è sempre musica. La prima è indicata fino alla più piccola dinamica, la seconda invece è spesso scritta nel mentre e risente molto più dell’umore, delle ore di sonno, dell’atmosfera e tutto il resto. La radice comune dei due modi di intendere la musica è provata da dischi pop orchestrati in modo splendido (anche solo quei ‘sempliciotti’ di Andrew Bird e Sufjan Stevens, oppure le canzoni di Mina degli anni 60, senza per forza tirare dentro gli studi di Abbey Road).
Purtroppo la nostra pesantissima tradizione ci ha portato a disprezzare la musica che esce dai conservatori, ma la colpa è certamente dei conservatori, non della musica stessa o dei musicisti, conservatori che sembrano avvicinarsi sempre di più a quello che la chiesa rappresenta per la pura religione, un istituzione immobile, incapace di adattarsi al cambiamento.
Nonostante ciò, questa mia strana sensazione guardando le orchestre rimane, un misto tra ammirazione e curiosità, e penso che, tante volte, il disprezzo che si prova per certe cose sia causato dalla tristissima convinzione di non poterle raggiungere, un po’ come la volpe e l’uva della tradizione. E’ spocchia anche quella, spocchia che viene dal basso invece che dall’alto, ma spocchia rimane. Sono ben conscio di stare generalizzando in modo un po' bieco, ma nel piccolo dei musicisti dilettanti (che ultimamente si dilettano ben poco) è spesso così. Il musicista classico gode del suo saper suonare, ma si addolora della sua condizione di sfigato. Il musicista rock gode del suo status di rocker, ma si arrotola su sè stesso (e lo fanno quasi tutti, nel segreto delle loro camerette) perchè incompreso, per non dire un perdente.

Oggi ho pensato a questo, pur restando fermamente convinto che avere sempre la necessità di categorizzare tutto e tutti, dove non ve ne sia una necessità pratica, solo per stabilire i propri buoni e cattivi, sia un tratto caratteristico degli imbecilli.

1 Commenti:

Anonymous ParkaDude ha detto...

Direi che e' un tratto non solo delgi imbecilli, ma degli esseri umani. Le orchestre che sbatti, eh.

26/7/09 17:14  

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page