Tranquilli, Sono Vivo: La Sindrome Di Humbert-Clarks

mercoledì, marzo 07, 2007

La Sindrome Di Humbert-Clarks






Epidemiologia
La sindrome di Humbert-Clarks colpisce prevalentemente le persone che arrivate a quasi 26 anni non hanno ancora trovato un metodo di studio.

Anzi, lo hanno trovato, ma lo cambiano ogni 3 mesi.

Eziopatogenesi ( Rieccola, è un vizio.)


Dovrei iniziare da molto tempo fa. L'ultimo post risale alla fine di gennaio, ma io devo iniziare da molto, molto prima. Devo ammettere che ho sempre avuto un debole per il gironzolare senza meta. Per un periodo sono anche riuscito a giustificarlo a me stesso e agli altri col fatto che stavo imparando a fare fotografie, almeno fino a quando non è parso chiaro che camminare e guardare intorno mi piaceva molto di più che stare a interrogarmi se il tempo di scatto andava a 60 oppure a 125 centesimi di secondo e quali conseguenze la mia scelta avrebbe determinato se il diaframma era settato su 5.6. Ora c'è la digitale. Guardi fuori, guardi dentro, scatti. E io sono costretto a trovare qualche altra scusa per andarmene in giro.

Fra Dicembre, Gennaio e Febbraio, devo dire che ho studiato molto. Soprattutto, ho dovuto studiare cose che facevo molta fatica a memorizzare, nessuno saprà mai se per mancanza di voglia o per mancanza di neuroni, la maggior parte severamente impegnati a ricordarsi i cambi di formazione degli Yes dal '68 a oggi. Mi capitava quindi di dare un esame dopo l'altro, in poco tempo, su argomenti completamente diversi uno dall'altro, dove la logica non poteva aiutarmi in nulla. L'unica strategia plausibile era quella del mulo: seduto, scrivania, libro, leggi, schematizza, ripeti, ripeti, ripeti, ripeti. Io ho trovato una piacevole alternativa che farà scuotere la testa alla maggior parte delle persone: leggi, schematizza, vai in giro, ripeti. In pratica, dopo aver letto una volta il programma e averlo schematizzato in breve, dividevo il malloppo in base alle giornate che mi separavano dall'esame e ogni giorno ripetevo il programma auto-assegnatomi portandomi gli schemi in giro per la città. Di solito una decina di pagine, niente di voluminoso. Tutto questo, ovviamente, senza ripetere ad alta voce, per evitare di essere preso per uno degli innumerevoli matti di Pavia, invece di uno che li vorrebbe curare.
Come vedete, la differenza è sempre più labile.

Tuttavia, stranezza del metodo a parte, la tecnica ha funzionato. In alcuni casi, addirittura, gli argomenti che avevo ripetuto camminando in certe vie o fermandomi davanti a certe vetrine venivano associati ai luoghi stessi, in una specie di memoria visiva che, invece di essere legata alle pagine dei libri, era strettamente associata con la geografia della città, con gli scorci, con le persone. Estremamente bello. Senza contare il fatto che camminare qualche ora prima di un esame aiuta a scaricare la tensione. Inoltre, per evitare il trambusto e cercare la concentrazione, ho scoperto posti di questa città davvero incantevoli, se si vuole anche sprecati per uno che deve solo memorizzare i tests di funzionalità epatica o come si separa l'emoglobina dai globuli rossi. Per contro (nella mia vita c'è sempre un contro, tranquilli, anzi di solito ce ne sono una padellata tale da farmi passare la voglia), a volte ci si perde a guardarsi intorno e si perde tempo, ma soprattutto si può incappare nella sindrome di Humbert-Clarks.

La mattina prima di un esame (mi pare fosse Epidemiologia Clinica, ovvero "Dell'Inutilità del Singolo di fronte all'Inutilità del Tutto", una specie di nichilismo applicato alla diagnosi clinica) mi ero svegliato presto, avevo fatto colazione e mi ero preparato per la mia passeggiata pre-esame.
Ho camminato molto, ripetendo quasi tutta la mattina, fermandomi un paio di volte per sedermi su una panchina e mangiare un po' di cioccolato. L'esame era piuttosto facile, andò molto bene. Tornato a casa cominciai a sentire che qualcosa non andava. Era come se qualcuno, con un netto colpo di falce, mi avesse asportato tutta la parte superiore dei piedi e io stessi camminando solamente con la pianta, ormai sottile pochi millimetri. In quel momento realizzai che avevo camminato tutto il giorno con le Clarks ai piedi. Ora, ci sarebbe da aprire tutto un altro discorso su questa famosa marca di scarpe. Discorso che andrebbe a naufragare in derive sociologiche di dubbio gusto, perciò non lo inizio neanche e sintetizzo in questo modo: non compratevi mai un paio di Clarks e se ne avete un paio buttatele. Sono delle scarpe di merda.


Per i due giorni restanti ho fatto fatica a camminare. Fortuna che non avevo altri esami imminenti, altrimenti non avrei saputo come fare per ripetere.














Ps. In tutti i miei peregrinaggi, sono stato particolarmente colpito da due cose che vi mostro:

1) La barriera anti-ladro sopra un muro dalle parti dello Spazio Musica


Sono frammenti di vetro lunghissimi, molto appuntiti e pericolosissimi, misti a filo di ferro arrugginito. La prima cosa che uno si chiede è cosa ci sia dall'altra parte di così prezioso. L'ipotesi più accreditata è che dall'altra parte del muro ci sia tutta la gente di Pavia che non vedi mai in giro.



2) Le scritte, che ho trovato in diversi posti sparsi per la città:


Meno MSI e più Zyklon B.
Per i meno informati, lo Zyklon B era il gas utilizzato nelle "docce" dei campi di sterminio. Era prodotto da un'adorabile azienda chimica, la I.G. Farben, che tutti voi ora conoscerete col nome di Bayer, marchio che avrete tanto ringraziato nei momenti di mal di testa e che ora spero ringrazierete un po' meno.
MSI è un acronimo. Sta per Mentecatti, Stronzi e Imbecilli.
In sunto, meno stronzi = meno mal di testa.








[ The Radio Plays: Amy Winehouse - Back To Black (Back To Black, 2007)

10 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Wikipedia mi informa che lo Zyklon B è stato inventato da un ebreo tedesco...

Devo dire che le ironie della storia non finiscono mai di stupirmi!

8/3/07 15:32  
Anonymous Anonimo ha detto...

i tuoi racconti, per forma e contnuto, mi rapiscono ogni volta!
bellissimo bellissimo blog.

8/3/07 23:09  
Blogger humbert ha detto...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

9/3/07 03:52  
Blogger humbert ha detto...

Mille grazie. Che questione controversa i complimenti anonimi. Solo una cosa. Spero tanto si capisca che, putroppo o per fortuna, in tutto questo non c'è nulla di inventato.

9/3/07 04:00  
Anonymous Anonimo ha detto...

controversa in che senso? infondo è come quando qualche sconosciuto ti fa un complimento per la strada. alla fine, a parte un po' di imbarazzo, di solito fa semrpe piacere.
e comunque è chiarissimo che le tue avventure sono 100% reali. ed è prorpio questo il bello.

9/3/07 12:52  
Anonymous Anonimo ha detto...

NOOOOOOOOOOOO!

Complimenti così sinceri e appassionati gli fanno montare la testa!!!

9/3/07 17:28  
Blogger humbert ha detto...

E' vero.
Da stamattina ho iniziato già a tirarmela da scrittore.
Ho già pronto il curriculum.

9/3/07 17:33  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ma quali avventure, il povero ragazzo gira per pv con dei fogli in mano! però che continui a metterci su le sue canzoncine..!! - Umbe, se cerchi dettagli formidabil-trash per il tuo prox libro, vieni pure in Germania caro..

9/3/07 18:21  
Anonymous Anonimo ha detto...

pciù!! ^_^

10/3/07 13:56  
Anonymous Anonimo ha detto...

Invidio come ti racconti. Per il resto, sei tu.

11/3/07 12:01  

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