Tranquilli, Sono Vivo: Il Pensiero a Manopola Numerata

venerdì, novembre 27, 2009

Il Pensiero a Manopola Numerata




Ogni tanto ci si crede di poter fare tutto quello che si vuole. Non soltanto da un punto di vista
qualitativo (ossia poter fare qualsiasi genere di cosa), ma anche da un punto di vista quantitativo (ossia poter fare un qualsiasi numero di cose). Il risultato, in alcuni casi, è stupefacente.







Il problema principale, specie nel mio caso, è conservare una propria identità, spezzettata tra le multiple sfaccettature che una persona deve mostrare quando posta in molte attività differenti.
Come dire: se nella mia giornata devo svolgere un solo compito e, nel susseguirsi delle mie giornate, tale compito rimane più o meno invariato, il tutto risulterà sicuramente più noioso, ma mi permetterà di sviluppare una modalità di pensiero ad interruttore ON/OFF (sto lavorando/non sto lavorando).
Quando invece si svolgono diversi compiti, specie quando alcuni di essi possono essere svolti a casa, più che una modalità di pensiero ON/OFF si sviluppa una modalità di
pensiero a manopola con diversi numeri (o pensiero a manopola numerata)
Questo succede, ad esempio, quando nella giornata di una persona si devono conciliare lo studio (magari di più materie incompatibili concettualmente), svariati progetti musicali, consulenze alle persone (specie per competenze che non ci appartengono), mantenimento della propria esistenza (mangiare, dormire, lavarsi), fare lavori in realtà assegnati ad altri e, infine, qualche momento di pausa e/o un po' di tempo con le persone a cui si vuole bene. Perchè si sviluppi il pensiero a manopola numerata, tali attività devono avere una sequenza che varia ogni giorno, tale sequenza non deve seguire a sua volta dei cicli periodici e ogni giorno una o più delle attività può mancare o essere eseguita due volte.



In una struttura quotidiana di questo tipo, capitano momenti in cui ci si ritrova a guardare/pensare la manopola numerata delle proprie attività, posizionandola dapprima sul compito più importante da un punto di vista delle priorità. Poi, durante il gesto, senza un'apparente logicità, si comincia lentamente a ruotare la manopola in senso orario, poi antiorario, poi casuale, poi freneticamente nei due sensi, ridendo ed emettendo suoni inarticolati. Infine, si salta e si battono i piedi sul posto, dando vigorose testate alla manopola, al muro e alle persone intorno. Le esclamazioni diventano volgari, quando non addirittura irrispettose verso tutte le istituzioni al momento conosciute.

La perdita di controllo termina con un'espressione attonita, lo sguardo fisso e sbarrato, spesso con emissione di alcune parole a voce quasi non udibile, sussurrata e lamentosa (statisticamente le più frequenti sono: e ora? perchè?). Tale sequenza di scompenso non è sempre rilevabile e plateale, specie nelle persone che vivono con un meccanismo a manopola numerata da diversi anni, per cui fate attenzione.
Ad esempio:

1. Se siete in metropolitana e qualcuno vicino a voi sembra leggere un libro o un giornale, fate attenzione al suo sguardo e, con discrezione, cercate di sbirciare le pagine che ha davanti a sè. Segni classici della sequenza di scompenso sono:
- La persona non gira la pagina del libro o giornale dopo almeno venti minuti.
- La persona ride leggendo le ultime notizie provenienti dall'Italia.
- La persona sta leggendo un libro il cui argomento principale sono le manopole, oppure ha preso un libro a caso, ha scelto una pagina a caso e vi ha disegnato una manopola.

2. La sequenza di scompenso è molto frequente sul posto di lavoro, specie quando l'individuo ha troppe attività extralavorative. Diversi studi hanno dimostrato che la frequentazione smodata dei social networks sul posto di lavoro sia in realtà un meccanismo compulsivo, con il quale si cerca di evitare di pensare alla manopola.

3. Seguendo questo filo logico, è facile capire per quale motivo, quando ci si riferisce ai luoghi dove viene esercitato il potere politico, si parli di "stanza dei bottoni" (quindi ragionamento ultra-semplificato ON/OFF, talora anche solo OFF) e non di "stanza delle manopole". L'organizzazione di una serie complessa di attività, con diversificazione del ragionamento, è una proprietà che non si addice a chi aspira a raggiungere alte cariche di potere, proprio in funzione dell'altissimo rischio di sequenze di scompenso.

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