Tranquilli, Sono Vivo: For The Benefit Of Mr.Humbert #1

martedì, ottobre 02, 2007

For The Benefit Of Mr.Humbert #1








Il problema più grande è che prima di iniziare a scrivere devo sempre prendere il giusto tempo per pensare a quello che sto per dire e racchiuderlo in una specie di sfera, in modo da lasciare in superficie solo quello che effettivamente ho intenzione di mostrare, mentre al suo interno rimangono intrappolate le mie considerazioni più personali, a volte in trasparenza, a volte meno.


In particolare, questo evento meritava delicatezza.
Un giorno prima del mio esame di Medicina Del Lavoro, mi chiama Emanuele. Sostiene la tesi (è un filosofo) che nel giro di un paio di giorni, a Milano, ci sarebbe stato un concerto della London Sinfonietta che suonava per intero l'album "Sgt.Peppers Lonely Hearts Club Band" dei Beatles. A cantare le singole canzoni sarebbero intervenuti personaggi del calibro di Jarvis Cocker, Badly Drawn Boy, Beth Orton (e fino a qui la cosa sarebbe stata solo improbabile) fino a Marianne Faithfull e quei mattacchioni dei Residents.
Ovviamente, io non ci credo. E non nel senso: sono così contento che stento a crederci. Proprio nel senso che ho giudicato la notizia la boiata dell'anno. Emanuele, tuttavia, mi indica alcuni siti internet (molto pochi, in realtà) che riportano l'evento. In uno di essi è possibile acquistare i biglietti. A questo punto, è evidente che non solo me la stanno raccontando, ma stanno anche provando a vendermela, mentre dall'altro lato spunta la possibilità che possa esservi un fondo di verità, a meno che il mio amico non abbia organizzato una congiura senza motivo.

(Ora, capisco che non sto parlando del più grande concerto di tutti i tempi. Tutto sommato si tratta solo di un'operazione di amarcord dal tiro spaventosamente alto. Di peggio poteva solo esserci pure Paul McCartney, ma a quel punto la cosa sarebbe stata diversa. )

Decido che per 5 euro vale la pena di rischiare, conscio del fatto che l'ipotesi più accreditata è di beccarmi la versione integrale di Sgt. Peppers unicamente orchestrale, oppure cantata da qualcuno che sostituiva i cantanti famosi di turno, ciascuno dei quali assente con giustificazione personale:
2) Badly Drawn Boy: aveva perso il libretto dei testi del cd.
1) I Residents: non avevano passato la dogana.
5) Marianne Faithfull: aveva dichiarato che non avrebbe mai lavorato per il nemico.
3) Peter Murphy (Bauhaus): era stato invitato da Bruno Vespa a discutere sull'omicidio di Garlasco.
4) Jarvis Cocker (Pulp): era stato invitato anche lui da Bruno Vespa, senza una vera motivazione, però doveva esserci anche lui. Per forza.

E via dicendo.
Così al posto dei big ci saremmo trovati davanti a cantanti lirici vestiti di rosso. Oppure sconosciuti passati di lì per caso e reclutati. Magari gli organizzatori. Il fantasma di Bruno Lauzi. Un duetto di Irene Grandi con il suo coniglio. L'orchestra che suona con la proiezione, alle spalle, di immagini di repertorio miste a frammenti di un documentario sui fenicotteri defogliatori. I Queen con Paul Rodgers. Il direttore d'orchestra, incapace, che però dirige l'intero concerto da dentro il sacco di juta (originale) in cui soleva chiudersi Yoko Ono.
Oppure tutte le cose sopracitate e combinate in ordine casuale, tutto il possibile immaginabile, ma non Marianne Faithfull, a Milano, in un giorno inutile di Settembre, che canta A Day in The Life dopo aver mandato baci affettuosi ai quattro gatti presenti, uno dei quali il mio amico Emanuele. (A proposito di "Ai confini della realtà", vi consiglio di ascoltare "Un sole dentro" di Irene Fornaciari. Zucchero si è riprodotto. Sono cazzi.)

Il giorno del concerto, decido di fare le cose in grande.
Il pomeriggio presto vado insieme a Nicola e Gianmaria al MilanoFilmFestival, dove suonano Nuccini (insieme ad un tizio posseduto dal demonio) e ...A Toys Orchestra. La sera avrebbero suonato anche i Canadians, così riesco ad incrociarli e salutarli nel tardo pomeriggio, con la solenne promessa che al nostro prossimo incontro ci saremmo scambiati le nostre vecchie videocassette d'autore (...). Prendo la metropolitana dopo aver fagocitato un panino malsano e portandomi dietro le patatine (con relativa senape). Davanti a me si siedono due uomini e una donna di mezza età, ma non riesco a capire se vengono anche loro al concerto. La donna ad un certo punto, a voce più bassa, commenta che anche lei mangia le patatine con la senape e in quel momento capisco che è dei nostri.

Arrivo al concerto attraversando tutta la fiera di Rho semideserta, quasi di corsa. Arrivato al padiglione giusto ritrovo i miei amici e iniziamo a guardarci circospetti intorno, fra l'incredulo e il divertito. Il fatto che alla biglietteria ci sia Danilo del Jail rende il tutto ancora più enigmatico. Veniamo interrotti da uno degli organizzatori, che dichiara il proprio rammarico "per un'incomprensione che si è creata con i mezzi di informazione".
Ovviamente, tutti quanti in quel momento pensano a Jarvis Cocker da Bruno Vespa che fa ciao ciao con la manina verso la telecamera. L'incomprensione, invece, è di calibro italiano: l'organizzatore si sta scusando perchè non ci sono posti a sedere, al contrario di quanto indicato nel libretto della serata. Viene fischiato. Forse per 5 euro qualcuno si aspettava un teatro con poltrone comode e preriscaldate. Se ci fossero state le poltrone, qualcuno gliele avrebbe tirate.

Noi, al contrario, non ci aspettiamo proprio niente e ridacchiamo di gusto. La situazione di tensione viene alleviata dagli organizzatori togliendo le transenne e permettendo alle persone di arrivare praticamente sotto il palco. Esce fuori un secondo organizzatore, forse un po' più presentatore del primo. Gli spetta l'arduo compito di raccontare cosa sarebbe successo nel corso della serata e conferma il cast dei cantanti. Viene bersagliato anche lui da fischi per la mancanza di pubblicità dell'evento (e per la mancanza delle poltrone riscaldate con monitor sui cui scorrono i testi, suppongo), se ne va di scena visibilmente stanco e desideroso di picchiare qualcuno con forza, pronunciando testuali parole: "Siete il pubblico più difficile che ho mai incontrato", manco fossimo a vedere i Fiery Furnaces.
Non so se prenderlo come un complimento.



(...continua...)







PS. Con mia grande sorpresa, i Fiery Furnaces hanno dedicato la quinta traccia del loro nuovo cd alla mia città natale. Ringrazio personalmente Eleanor per il bel gesto e per il cesto di funghi.

7 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Il seguito! Il seguito!

16/10/07 17:50  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ma tu non avevi detto che non avresti più commentato?

18/10/07 17:41  
Blogger humbert ha detto...

effettivamente.

18/10/07 18:04  
Anonymous Anonimo ha detto...

"clear signal from Cairo"...
ho paura di cosa abbiano sentito...

18/10/07 23:43  
Anonymous Anonimo ha detto...

L'idea della Marianne F. che mi manda i bacetti cantando "a day in the life" me lo fa rizzare.

Ema

20/10/07 16:14  
Anonymous Anonimo ha detto...

Sono uscita dall'ombra per commentare un pezzo straordinario che meritava un commento e non mi sono nascosta nell'anonimato, e mi trattate cosí, stronzetti???
Uf.

24/10/07 16:47  
Anonymous Anonimo ha detto...

Vuoi scrivere il seguito,oppure preferisci che ti venga estirpato con la forza la prossima volta che scendi in valle?

3/11/07 12:26  

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